EXPRESSIONE, TRACCE DEL NON-FARE.

All’interno dell’Atelier EXpressione1, che si trova nello stesso cortile del dojo Scuola della Respirazione, in via Fioravanti 30, si dipinge, o meglio si traccia, su fogli bianchi attaccati al muro con delle puntine. Le pareti sono rivestite di mille colori. Bambini e adulti insieme, nessuno dice loro cosa dipingere, nessuno dà loro un tema, un soggetto, nessuno esprime un giudizio su cosa viene rappresentato. All’Atelier non si dipinge per comunicare qualcosa.

Atelier EXpressione

Arno Stern, scopritore dell’Espressione, dice:
“Se le tracce, prodotte all’interno [dell’Atelier], potessero essere accolte, amate o disprezzate, interrogate, sottoposte allo sguardo esterno, sarebbero “arte”. […] Il fatto è che l’Espressione è un’emissione che non prevede un ricevitore”.2

Se queste tracce prevedessero un ricevitore, un pubblico anche solo potenziale, si potrebbe parlare di creazione artistica. Ma non si tratta di arte né di comunicazione, si parla di Espressione, di emissione, perché la traccia è qualcosa che nasce dall’interno delle persone, da un loro bisogno profondo, che può scaturire senza nessuna preoccupazione di come essa potrebbe essere recepita all’esterno, perché ciò non avverrà mai. È un bisogno che è presente in ogni essere umano, fin dall’origine.
Ognuno risponde a questo bisogno come lo sente interiormente, ad esempio tracciando un solo dipinto per tutta la vita, aggiungendo nuovi fogli ai precedenti, il che può durare all’infinito, se lo si desidera. Altri faranno ogni volta un nuovo dipinto, ma forse alcuni ripeteranno sempre la stessa cosa, lo stesso soggetto, oppure utilizzeranno sempre lo stesso colore.
Le tracce rispondono a un bisogno primario dell’essere umano, e le condizioni che si trovano nell’Atelier favoriscono la manifestazione di queste tracce. La possibilità di far uscire le tracce permette di ricollegarci con qualcosa che è nella nostra parte più intima, che Arno Stern ha chiamato la Memoria Organica3. Per questo dipingere all’Atelier è una pratica del Non-Fare.4

L’Atelier EXpressione di Milano è stato creato con il sostegno di Régis Soavi Sensei. Conferenziere e insegnante di Aikido e Katsugen undo, ha frequentato per un lungo periodo Arno Stern. Ha favorito l’apertura negli anni di atelier anche a Parigi e Tolosa, riconoscendo nell’Espressione una pratica del Non-Fare, così come lo sono l’Aikido e il Katsugen undo, nella forma in cui vengono praticati alla Scuola della Respirazione.

1. Il nome EXpressione è stato scelto per sottolineare che le tracce permettono di far uscire, manifestare all’esterno qualcosa che è all’interno di ogni essere umano.

2. Arno Stern, Bambini senza età, Luni, 1995, pag. 36.

3. “Esiste una memoria, nella quale sono registrate le nostre sensazioni embrionali, che sfugge a qualunque indagine della ragione: la Memoria Organica.” Arno Stern, Il gioco del dipingere, Ed. Uroboros, 2013

4. Régis Soavi, Dipingere in un Atelier di EXpressione, una pratica del Non-Fare, conferenza del 15/03/2003 a Parigi, disponibile qui.

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